Da 13 anni sui mercati, inizia dal discrezionale per passare poi allo sviluppo di trading system.
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L’intervista a Luca Giusti
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Gli inizi
Attorno al 2002 inizia con le azioni per passare alle opzioni, e aggiungendo dal 2008 altri strumenti nel corso degli anni, tra cui lo spread trading.
Dopo un periodo di autoformazione, con un gruppo di amici organizza dei corsi di gruppo con i trader più conosciuti al tempo.
GLI OSTACOLI CHE HAI INCONTRATO
Nel 2008, qualche giorno dopo Lehman Brothers, ho fatto un errore con la mia strategia sul Vix, che aveva fatto ottimi risultati fino a quel momento, lasciando correre le perdite e rimangiandomi i guadagni di un anno e mezzo.
La persona con cui facevo trading mi disse:
Sono rimontato in sella e ho ricominciato a fare le cose che sapevo fare.
Solo un paio d’anni fa sono tornato a mettere le mani sul Vix, meccanizzando quella strategia, e ho avuto la riprova che se non avessi operato discrezionalmente quella volta non avrei perso soldi.
A fare i trader quando le cose vanno bene son buoni tutti, bisogna essere capaci di stare sui mercati e mettere in macchina la prossima strategia quando quella prima è andata male.
La continuità, la sistematicità e la disciplina sono le doti più importanti in questo mestiere, più anche dell’intelligenza e della capacità di vedere cose che altri non vedono.
A me piace molto creare, sviluppare, mettermi in discussione e creare sempre qualcosa di nuovo, mi sono dato come obiettivo di creare una strategia nuova ogni anno.
[ctt template=”7″ link=”5v2eM” via=”yes” ]Negli anni ho capito che senza sistematicità non hai risultati continuativi. Luca Giusti @VitadaTrader[/ctt]
Come mai hai iniziato a pensare di utilizzare trading system?
La colpa è di Enrico Malverti, che avevamo invitato a parlare in una di queste serate organizzate dall’associazione.
All’epoca era un discorso molto complesso.
Poi con Giovanni Trombetta, che ho conosciuto nel 2007, abbiamo iniziato a interagire, e ho capito il suo approccio molto votato all’analisi e al test, per capire se qualcosa aveva funzionato in passato e poteva funzionare in futuro.
E’ stato un po’ l’incipit per spostare tutto il lavoro dal discrezionale a una meccanizzazione quasi completa.
Ci sono delle fasi di mercato, dei momenti in cui non è facile accettare di lasciare in mano a delle macchine le decisioni e viene voglia di metterci la manina, tentazione che andrebbe schivata ma c’è.
Non c’è niente di male nell’affiancare le due operatività, l’importante è non mischiare le cose e separare i due mondi.
DIARIO DI TRADING
Quando ho iniziato nel 2002 non c’erano le piattaforme per analizzare le proprie strategie in opzioni, o meglio le poche che esistevano non potevo permettermele, per cui usavo un quadernone su cui disegnavo gli assi a penna e poi a matita provavo a disegnare la strategia, e di volta in volta cancellare, far evolvere il profilo man mano che cambiavano le condizioni.
Mi è servito tantissimo perché è un modo per fare mia l’operatività.
Era anche l’occasione per tracciare le operazioni.
Ora la tecnologia ha reso più semplice tutto questo, non so se sia meglio, continuo a preferire il cartaceo, soprattutto per appuntare idee e pensieri.
LA SOLITUDINE NEL TRADING
Nella fase iniziale l’esigenza di interagire con altri viene perché non sai se quello che stai facendo sia la cosa giusta, se hai preso la direzione corretta, per cui fare questo percorso con altre persone, con qualcuno che ti può guidare e dare fiducia nei momenti in cui vorresti mollare, è utile.
Non ho mai lavorato in trading room con altri trader.
Fin da subito, dal 2007, ho iniziato con dei progetti legati alla formazione, sulle opzioni su cui mi ero specializzato.
Nel 2010 ho lasciato tutto e mi sono trasferito in Svizzera, ho iniziato a lavorare per una società che si chiama QTLab, con un progetto educational legato alla formazione e ai segnali operativi, e come advisor per operatori istituzionali.
In questo modo riesco a superare la solitudine, abbinando altre attività al trading puro.
GIORNATA TIPO
E’ variabile: se non ho scadenze alla mattina sono tranquillo, perché lavoro soprattutto su mercati americani e commodities.
Il resto è legato alle scadenze che ho, è tutto pianificato e so quando devo montare una certa strategia.
Se sono più libero passo il tempo a fare ricerca e studiare nuove strategie.
Nnel fine settimana di solito ho i corsi, in modo da non avere interruzioni dato che i mercati sono chiusi.
Perché hai iniziato a fare formazione?
Io insegnavo già prima nel mio lavoro precedente, per cui mi è venuto spontaneo provare a vedere se c’era interesse verso le cose che stavo facendo.
Poi è nato il progetto Alpha2 , tramite la mia vecchia azienda che mi ha dato carta bianca nel fare formazione sul trading.
Se insegni qualcosa a qualcuno, quella cosa devi averla non solo capita ma anche fatta tua interiormente.
A volte quando preparo il corso è anche una maniera per fare veramente le lastre a quell’operatività, per capirla ancora meglio, per correggerla.
Perché fai ancora una parte di discrezionale?
A volte vedi delle occasioni…
Fare trading meccanico non significa mettere in pista degli strumenti perfetti, ma efficienti, e assai poco efficaci.
Funziona meglio un bravo trader o un paniere di trading system con un’efficienza rigorosa? Il secondo caso.
Io ho sposato l’idea di continuare a sviluppare costantemente la mia operatività, prendendo atto che qualcuna di queste operatività potrebbe fare la fine dello scalping, quel tipo di inefficienza su cui si basa potrebbe scomparire, ma non è un problema, ne ho delle altre con cui rimpiazzarla.
Voglio crearmi le condizioni per restare sul mercato a lungo controllando il rischio, che per me non è solamente lo stop loss, ma la possibilità di trovarmi un giorno senza avere più nulla che funzioni sui mercati.
E’ un po’ una bugia quella che con il trading meccanico non hai più problemi legati all’emotività: ti voglio vedere a seguire un sistema che ha preso 7 stop loss consecutivi e lasciarlo attaccato per fare l’ottava operazione, a livello emotivo è pesante seguire un’operatività che in un mese è andata a bagno, ma non ha degenerato, è ancora dentro agli standard in cui l’avevi messa.
Nel discrezionale per me era frustrante avere molto tempo in cui guardare i grafici e non fare nulla, non riesco a stare con le mani in mano.
Nel meccanico si può lavorare sempre, ad esempio tenendo delle graduatorie con check point periodi sui vari sistemi, in modo da tenere attivi ad esempio solo i migliori 20.
C’E’ UN PARALLELISMO TRA LA VITA REALE E IL TRADING?
Se lavori su di te come persona e migliori, sicuramente questo si trasla sui risultati che hai nel trading, viceversa fare trading in un certo modo influenza molte cose del tuo carattere.
I consigli
Consiglio di cominciare, è un’esperienza molto positiva e un mestiere bellissimo, soprattutto se provato senza il desiderio e la voglia di mollare tutto il resto. Chi inizia a fare trading part time inizia nella maniera corretta.
[ctt template=”7″ link=”9_CxF” via=”yes” ]Non ha alcun senso scappare da quello che già fai per buttarti sul trading. Luca Giusti @VitadaTrader[/ctt]
Se il vostro lavoro non vi piace cambiatelo e trovatene un altro che vi piaccia di più, non si può dare al trading la responsabilità di diventare il tuo mestiere, se viene, viene da sé, non lo puoi predefinire all’inizio.
Se vedi che ti piace e che hai risultati, prenderai le tue decisioni ma è un processo che dura anni.
Io cerco di spiegare operatività che sono replicabili da chi fa altri lavori e non può stare a video tutto il giorno, perché chi sta a video tutto il giorno probabilmente sa già cosa fare.
Chi non può, ha bisogno di qualcosa di molto rigido e meccanico che lo aiuti a cominciare.
La sola maniera che hai di capire se puoi farlo di mestiere, se puoi stare sul mercato, esserci oggi ma anche domani, è quello di fare passare un po’ di tempo e stare sui mercati.
Il fatto di avere passato il crash del 2008 piuttosto che il flash cash del 2010, piuttosto che gli anni di volatilità quasi inesistente, è quello che mi mi da la forza di dire che questo mestiere posso continuare a farlo.
COSA E’ DETERMINANTE IMPARARE PER AVERE SUCCESSO NEL TRADING
Sistematicità e disciplina, e questa è una cosa che si impara solo facendolo, e lavorando su di te magari anche in altri ambiti.
Tendo a complicare le cose, per cui credo che una buona preparazione tecnica sia indispensabile.
Il primo corso che seguii, era basato purtroppo su queste cose, c’era l’80% di motivazione, ti pompavano per farti andare a mercato con solo un’infarinatura di tecnica, che poi quando provavi a testare vedevi che andava una volta su tre e alla fine perdevi soldi.
Io sono sempre stato uno studioso, uno che si rimbocca le maniche e cerca di scavare e andarci dentro fino in fondo.
Nell’ultima fase della mia vita mi sono messo a recuperare cose che avevo studiato all’università, legate alla statistiche e all’econometria, per cercare con grande umiltà di approcciare il mondo dei quantitativi puri.
La tecnica rimane importante e dovrebbe essere ciò che guida la tua operatività.
Non rinnegherò mai l’importanza della componente psicologica, ma mi dà fastidio se viene usata strumentalmente.
Sono abituato ormai a testare tutto, e mi capita di testare quando vado a una conferenza, butto giù il codice e testo quello che spiegano, ed è avvilente vedere come non ha mai funzionato in passato, ma se non ha mai funzionato vorresti dire che iniziare a funzionare adesso che me l’hai spiegata??
Bisognerebbe recuperare un po’ più di rigore e di scientificità nel fare le cose.
Poi ci vuole comunque quella corazza che ti sei fatto negli anni.
Bisogna cercate di creare le condizioni per stare sul mercato il più a lungo possibile, il controllo del rischio, creare le condizioni per cui tu non debba mai nemmeno avvicinarti a bruciare il conto, che è sacro è la tua azienda.
Andate a fondo sull’operatività che avete scelto, scavate, diventate uno specialista di quell’operatività, e quando avete imparato a farla, abbiate l’umiltà di ripartire da zero con un’altra operatività, perché molte persone che pensano di aver imparato qualcosa, poi pensano di potersi affidare a quello per sempre, e per esperienza personale posso dire che qualcosa che funziona bene al punto da farti puntare lì quasi tutto, nel momento in cui fa acqua ti mette in uno stato di disorientamento totale.
PERCHE’ MOLTI TRADER NON HANNO SUCCESSO
Molti iniziano con una superficialità totale.
Quando si parla di trading, scatta un qualche meccanismo che fa sì che si prendano delle decisioni con una superficialità e una leggerezza che non avresti mai, ad es. nel cambio di un’automobile.
Nel trading continuo a conoscere persone che non hanno la minima preparazione, e lo scopri parlandoci in 5 min, e mi dicono che fanno i trader, ma fanno trading sulla base dell’istinto, del sentimento, un po’ come andare al casinò e fare una puntatina.
Non riesco a capire come la gente possa approvare queste cose, come investire i risparmi di una vita, con questa superficialità.
Sono due gli elementi che producono quelle statistiche così impietose:
- la leggerezza con cui approcciano questo mondo, hanno fretta e non hanno l’umiltà di leggere un libro, o fare un corso e fare un po’ di paper trading
- il secondo punto è la facilità con cui si accede a questo mondo. Oggi la maggioranza dei broker, fanno trading contro di te, facendo da controparte e senza passare gli ordini a mercato.
Come posso sperare di guadagnare facendo trading se il mio guadagno si tramuta nella perdita per il broker?
E’ ancora più importante oggi in che mani ti vai a mettere, lavorare con dei broker che facciano davvero i broker, e instradino gli ordini sul mercato, e sono broker che non fanno pubblicità, e il motivo è che non hanno soldi, non hanno budget, perché il mestiere del broker oggi ha una marginalità bassissima.
Oggi non paghi più le commissioni di 10 anni fa.
Il solo modo di uscirne è di martellare le persone con l’importanza della preparazione, di approcciare questo mondo con un metodo, con un piano di trading e un diario, oggi non lo fa più nessuno, non lo prendono in considerazione per la mancanza di umiltà che hanno.
Le risorse citate
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