In questo videotip vediamo come il nostro cervello interpreta le azioni di trading che facciamo, perché il trading diventa un pericolo e come risolvere il problema.
“So cosa va fatto ma faccio il contrario, entro controtrend oppure appena il trend gira a mio favore chiudo subito, mentre NON RIESCO a inserire lo stop loss – che dovrebbe essere automatico – oppure LO CANCELLO! ù
Eppure sostituendo alle grandi perdite lo stop loss su excel sarei ricco, nonostante tutto non riesco a mettere un maledetto stop di 70€!!! “
utente anonimo
Perché restiamo incastrati in comportamenti che distruggono il nostro conto di trading nonostante i nostri sforzi?
Quando iniziamo a fare trading o anche dopo vario tempo, non ci rendiamo conto di come il nostro lato destro del cervello, la parte emozionale, abbia il potere di influenzare la parte razionale.
Siamo abituati a pensare che quello che pensiamo, i nostri ragionamenti analitici e logici, sia separato dalle nostre emozioni.
Le nostre tradizioni culturali, (“penso quindi sono” diceva Cartesio) ci portano a credere che siamo esseri razionali prima che emozionali, e releghiamo il lato emotivo come qualcosa di antico ma ormai superato o superabile.
La ragione guida dunque il nostro pensare e le emozioni possono essere superate o meglio ancora rimosse.
Viviamo in un mondo dove la razionalità guida le nostre azioni e i nostri pensieri, e otteniamo risultati anche degni di nota in questo modo.
Come conseguenza di questa idea, entriamo nel mondo del trading credendo che applicando la razionalità e il sapere, la conoscenza, avremo in mano le carte giuste per vincere, saremo in grado di avere successo.
Va tutto bene finché non ci scontriamo con un mondo dove il nostro capitale finanziario viene messo a rischio.
Quello che vediamo sui grafici non sono più oggetti da conoscere, ma sono il prodotto delle nostre idee e credenze.
Il problema é che il trader non é consapevole che sono le sue credenze inconsapevoli a creare quello che percepisce.
Un trader profittevole capisce che non ci sono verità assolute, per quanto la parte razionale del suo cervello desideri un risultato deterministico.
C’è solo l’interpretazione di quelle linee e numeri, che viene guidata inesorabilmente da quelli che sono i suoi pensieri inconsapevoli.
Il trader professionista ha capito che l’unica cosa di cui ha il controllo é il tipo di mente che porta nel trading.
In tutti i corsi di trading (quelli seri) si insegnano conoscenze, tecniche, strumenti, che servono alla nostra parte razionale.
Quello che non viene mai spiegato é che facendo trading si sarà immersi in un mondo dove comanda il rischio, che viene associato dal nostro cervello al rischio di sopravvivenza, in un mondo che é il regno del nostro emisfero destro, che non é mai stato allenato a muoversi fuori dalle sue capacità di preservare la nostra sopravvivenza.
E senza un allenamento il nostro emisfero destro non é in grado di distinguere tra i pericoli di una giungla reale e quelli della giungla del mercato in cui ci troviamo.
Questo è il cervello che portiamo inizialmente nel trading.
Di fatto é il cervello emotivo che prende una decisione e quello razionale, il lato sinistro, produce semplicemente una spiegazione che sia di supporto a questa decisione, già presa.
Pensieri ed emozioni sono interconnessi e inseparabili, é la nostra biologia.
Il cervello emozionale (o mammaliano) ha tra i suoi compiti primari la sopravvivenza e la procreazione, da 50 milioni di anni, ed é vivo anche oggi dentro di noi.
Sopravvivere per questa parte del nostro cervello significa:
- evitare i pericoli (da qui deriva l’esitazione o l’uscire prima da un trade)
- attaccare il possibile pericolo, se non è possibile evitarlo (da qui abbiamo il trading di vendetta o l’over trading).
La neo-corteccia si é evoluta molto dopo, e il meccanismo di comunicazione tra queste due parti resta molto primitivo.
La qualità dei nostri pensieri (nel trading ma non solo) dipende da una parte di cervello che ha 50 milioni di anni ed é alla ricerca di pericoli per evitarli.
Questa parte di cervello da sola non sa distinguere tra l’incertezza associata al mettere a rischio una parte del proprio capitale in un trade e la risposta biologica che chiamiamo paura dell’essere attaccati da una tigre coi denti a sciabola.
Quando siamo dentro ad un trade, siamo fuori dalla nostra zona di confort e immersi nel rischio.
Questa condizione é interpretata dall’amigdala come un pericolo, quindi vengono mandati i segnali di allarme, perché c’è un cambiamento nello stato delle cose che viene interpretato come rischioso.
Il cervello emotivo non distingue rischio e pericolo da disagio psicologico perché la sua conoscenza é solo biologica, e produce quindi l’emozione che chiamiamo Paura.
Da questa arriva alla neocorteccia un segnale e nasce un’interpretazione che supporta il bisogno biologico di evitare il rischio: dubbi, mettere in discussione il trade, insicurezze, pensieri di questo tipo.
Ma molto prima che arrivino questi pensieri é nata l’emozione che li ha creati.
Per il cervello emozionale l’incertezza é associata alla paura, é un pattern biologico.
Fino a quando non alleniamo il cervello a non far partire l’allarme fisico e biologico in presenza di paura, possiamo stare certi che l’incertezza dei mercati solleciterà la risposta già programmata: fuggi o combatti (esci dal trade o fanne un altro subito).
Quando fai trading stai chiedendo alla tua biologia di restare calmo e pensare con razionalità in un momento in cui il tuo sistema biologico viene attaccato da una tigre dai denti a sciabola.
Dobbiamo reinsegnare al nostro cervello quali comportamenti automatici attivare.
La chiave per gestire le emozioni é riconoscerle prima che scatti questo segnale di allarme e abbiamo visto come nel VLOG 7.
Iniziando a cogliere questi sintomi e calmarli, si può riportare la mente in stato di calma, riacquistando obiettività.
E’ quello che facciamo per prima cosa nel percorso Mente da Trader.
Lascia un commento