Fabio Troglia oggi usa TF a 4H o anche Daily multiday, su indici, forex, e un portafoglio con anche bonds e obbligazioni.
Dall’inizio ha utilizzato la crescita personale per migliorarsi e ottenere risultati sempre migliori e sostenibili nel tempo.
[thrive_leads id=’5676′]
L’intervista a Fabio Troglia
Ascoltala su ITunes e vota il podcast: è importante per farlo conoscere
Ascoltala su Stitcher (Android)
I primi anni
Ho cominciato nel 2000.
I primi anni non erano a tempo pieno, ho cominciato a 20 anni in maniera graduale, mentre lavoravo in proprio come imprenditore e seguivo anche economia all’università.
Attorno al 2004 ho venduto la mia società e mi sono dedicato al trading a tempo pieno con i capitali che avevo ricavato dalla vendita.
Più che studiare libri, ho imparato stando sul campo, al tempo non c’erano molte proposte formative rispetto ad oggi, e questo ha fatto sì che io abbia commesso errori che si potevano evitare, abbia raggiunto determinati livelli più lentamente.
Ho studiato prevalentemente guardando il mercato, e cercando di capire.
Quando cominci a fare trading capisci che la monotonia è l’arma più interessante, perché la monotonia vuol dire la regolarità, la prevedibilità, mentre se uno strumento è aleatorio e volatile può essere interessante ma è più rischioso.
Il 2007-2009 è stato un periodo fondamentale quando c’è stato il crollo dei mercati, io fortunatamente avevo intuito che qualcosa stava accadendo, e ho cominciato ad aprire posizioni short con un’operatività molto cattiva, in quel periodo lavoravo un media di 11 ore al giorno su TF bassi, e mi sono fatto tutta la discesa.
Ho fatto un salto di capitale che mi ha fatto fare un salto di livello.
Nel frattempo avevo cominciato a cambiare come persona, sono diventato vegetariano, ho cominciato a fare meditazione, ho iniziato ad approcciarmi alle discipline orientali, e tutto questo ha contribuito a darmi una sorta di pace interiore e di giusto distacco tra me e il mercato, e questo mi ha fatto fare un salto che mi ha aiutato dopo.
La parte più difficile è capire quando doversi fermare, quando il mercato ha finito e che non c’è più quel tipo di mercato. Questa mia crescita personale è stato l’elemento fondamentale perché mi ha permesso di dire che un ciclo della mia vita e di trading si era concluso.
Ho cambiato la mia operatività, mi ero reso conto di essere arrivato ad un bivio: o andavo a lavorare presso un istituto bancario oppure mi creavo una rendita parallela al trading. Ho quindi iniziato a studiare al mercato obbligazionario, che nel corso degli anni ha contribuito a darmi una serenità che ha ulteriormente migliorato la qualità del mio trading di tutti i giorni, perché mi ha dato quell’indipendenza dal trade del singolo giorno che fa sì che io non abbia fretta di chiudere i trade, che anche se il conto oscilla un po’ io sono sereno.
Poco dopo ho cominciato ad approcciare anche il mercato Forex, inizialmente come copertura e studio dei parallelismi.
Oggi è diventato un mercato su cui faccio trading a tutti gli effetti.
Questo mi ha permesso di creare delle strategie molto più efficienti, perché man mano ho capito che tra i vari mercati ci sono correlazioni, sono una sorta di vasi comunicanti, e ogni mercato mi ha dato degli strumenti di verifica per poter operare sugli altri.
I MOMENTI DIFFICILI
Sicuramente il primo colpo è stata la mia prima operazione su Tiscali.
Io credo che si possa migliorare solo superando gli ostacoli, quindi ogni errore che è stato commesso è fondamentale per aiutarci a crescere.
I momenti difficili li ho superati grazie alla crescita personale, per cui per me oggi ogni difficoltà, se viene, è perché so di avere le potenzialità per poterla superare e ha delle caratteristiche che mi permettono di migliorare.
L’altra cosa fondamentale è la flessibilità e la capacità di adattarsi e di essere sempre in grado di evolvere e di seguire le evoluzioni del mercato.
GIORNATA TIPO
Dopo 16 anni di trading, a fare solo trading rischi la noia, per cui ho aggiunto varie altre attività proprio per diversificare quello che faccio e non andare a cercare trade per noia.
Mi alzo alle 6 del mattino, a Dubai, che sono le 4 per i mercati, per cui è un ottimo momento per studiare e cercare di capire tutti i mercati e le loro correlazioni.
Dopo l’apertura dei mercati, quando si sono stabilizzati, verifico se le condizioni sono quelle che avevo previsto ed entro o porto le modifiche alle operazioni, altrimenti sto fermo, e seguo la giornata.
Ho un piano d’azione preciso, a inizio giornata so esattamente cosa farò per qualunque sia la direzione che il mercato prenderà, e seguo quello. Non mi attacco alle mie previsioni, faccio delle analisi, ho delle idee in cui credo, ho un piano B se la mi previsione è sbagliata, e aspetto di vedere se lo è o meno prima di agire di conseguenza.
COSA HAI IMPARATO DAL TUO MIGLIORE E PEGGIORE TRADE?
Il migliore trade è stato proprio nel 2007 con l’inizio del movimento di ribasso.
Ho imparato la paura, quando le cose vanno molto bene mi chiedo se sia sostenibile nel tempo e paradossalmente mi sono spaventato perché non avevo mai fatto un guadagno così importante, e quindi ho imparato a non montarmi la testa e ad avere attenzione a non perdere tutto quello che avevo fatto.
Dai trade sbagliati ho imparato l’attaccamento al denaro: un altro step che ho fatto nel trading è stato quando ho staccato la mia operatività, cioè quello che la mente mi suggerisce di fare, dalla movimentazione dell’estratto conto.
Finché non sono riuscito a scindere le due cose, le operazioni in gain si chiudevano con piccoli guadagni e quelle in loss si lasciavano correre.
Questo l’ho risolto in svariati modi:
- abbassare gli importi investiti, in modo che l’oscillazione non mi faccia paura e sia una perdita sostenibile, che poi nel tempo migliora ma in modo graduale.
- avere un secondo ingresso: se so che a fine giornata non ho problemi a pagare le bollette sono sereno; se so che quell’operazione la devo chiudere per forza, o vado a cercare trade impossibili, oppure chiudo operazioni che dovrei lasciar correre, ma non mi posso permettere di lasciar correre.
Noi comunque siamo degli esseri umani, non possiamo fisicamente andare sempre a 100 all’ora, non possiamo essere costanti sempre, abbiamo degli alti e bassi come la borsa, questo è inevitabile.
Quindi dobbiamo trarre il massimo quando ci sentiamo bene, siamo in un periodo della vita in cui siamo a posto, e siamo in sintonia col mercato, perché questa situazione non dura sempre.
IL MM è fondamentale, se uno non ce l’ha non può fare niente.
LA SOLITUDINE NEL TRADING
Ho dei ragazzi che seguo con delle coaching, per cui questo mi aiuta; poi con la mia società di advisor ho contatti esterni con clienti, per cui ho una parte di vita che non solo legata al monitor. Questo è venuto col tempo ovviamente.
C’E’ UN PARALLELISMO TRA LA VITA REALE E IL TRADING?
Io ho iniziato a fare trading per migliorare la qualità della mia vita, perché facevo un lavoro che andava bene e mi appassionava anche molto, però passavo tre quarti della mia giornata a bisticciare con la gente per incassare.
Per fare trading in modo che mi migliorasse la qualità della vita, avevo bisogno di avere anche uno stile di vita corretto, quindi dall’attività fisica a quella mentale, e tutto questo mi ha aiutato perché mi ha cambiato come persona, mi ha cambiato come mente, mi ha reso una persona più tranquilla, meno aggressiva, più serena e più riflessiva, e questo è fondamentale sui mercati.
Se il mercato attacca il nostro primo istinto è di riattaccare più forte, invece bisogna avere la capacità di star fermo, di aspettare, di stare dentro la paura, di capire che la paura esiste solo nella nostra mente, che non succede niente di drammatico, chiaramente se hai usato le dovute precauzioni.
[ctt template=”7″ link=”wkCng” via=”yes” ]Bisogna avere la capacità di stare dentro la paura, di capire che la paura esiste solo nella nostra mente. Fabio Troglia @VitadaTrader[/ctt]E’ tutta una questione emotiva, del rapporto che abbiamo col denaro, e anche su questo dobbiamo lavorare: il denaro non è il motivo per cui facciamo trading, ma è una conseguenza, che quindi ha il suo peso, ma deve essere un peso relativo, non può essere l’unico peso.
Altra cosa molto importante nella gestione della paura è il rapporto che c’è tra la nostra decisione e quanto andiamo ad investire: questo ci crea ansia, se il gap tra quello che investiamo e quello che possiamo permetterci di investire è troppo ampio, questo ci crea ansia e stress.
I consigli
Se una persona ha delle basi di analisi tecnica, il salto di qualità può avvenire solo dal punto di vista psicologico; se uno deve fare dei corsi, faccia dei corsi di crescita personale, di psicologia, per capire come funziona la nostra mente, perché solo se capiamo esattamente come siamo fatti riusciamo a capire i mercati.
L’altro grande passaggio che ho fatto è stato di annientare il mio io, al mattino mi alzo e non penso, ho smesso di pensare, io osservo, sono solo un osservatore e so che a certe azioni ne devono corrispondere delle altre, non guardo news, non mi chiedo il perché, guardo solo i numeri, solo il prezzo e i vari mercati in relazione.
L’aspetto psicologico si può migliorare, il più è capire che è qualcosa su cui bisogna lavorare, ed è un processo che continua sempre, tutti i giorni, non finisce mai, periodicamente bisogna riprendere questi concetti come un mantra, perché siamo contaminati dall’esterno, e tendiamo a tornare sui nostri errori originali.
Il consiglio che vorresti aver ricevuto
Il problema non è tanto il consiglio, ma quando siamo pronti a ricevere i consigli e a metterci in discussione.
Le risorse citate
Il mio sacro destino di Wayne Dyer
Link
Sito www.fabiotroglia.com
[thrive_leads id=’5679′]
Lascia un commento