Dopo un po’ che siamo sui mercati, ci rendiamo conto di avere alcune dannose abitudini nel trading: in questo post vediamo quali sono, come si formano e soprattutto come cambiarle.
[ctt template=”7″ link=”b5FbU” via=”yes” ]Siamo ciò che facciamo ripetutamente. L’eccellenza, quindi, non è un atto, ma un’abitudine.” Aristotele. @VitadaTrader[/ctt]Le abitudini nel trading si formano con la ripetizione costante di azioni, che sono reazioni ad un determinato evento (trigger), così che quando accade la causa si scatena l’effetto, o meglio si sente l’urgenza di fare una determinata cosa (abitudine).
Ad es. ti alzi e accendi la macchinetta del caffè, ti senti stressato e mangi schifezze, ecc.
Le nostre vite sono piene di queste combinazioni dannose, e spesso non ne siamo pienamente consapevoli, allo stesso modo in cui siamo in grado di guidare sulla strada di casa senza far caso a nulla, in modo automatico.
La zona di confort
Nella nostra vita, tutti noi, indistintamente, ci creiamo un insieme di pensieri, azioni, insomma abitudini, in cui ci sentiamo a nostro agio e dove cerchiamo di rimanere il più possibile, costi quel che costi.
Cambiare le nostre abitudini significa uscire dalla zona di confort, ed ecco perché abbiamo paura e mostriamo resistenze ad assumere comportamenti diversi, anche sapendo che ci porterebbero dei benefici.
Per questo è molto importante avere una motivazione che sia per noi importante quando vogliamo cambiare qualcosa.
E’ la benzina che ci può aiutare ad andare avanti attraverso gli ostacoli e le resistenze che incontreremo uscendo dalla zona di confort.
Christopher Koch nel suo articolo “Comprendere La Scienza Del Cambiamento” scrive:
Il cambiamento accende una parte del cervello, la corteccia prefrontale, che è un po’ come la memoria RAM di un PC… Come la memoria RAM, la capacità della corteccia prefrontale è predefinita, limitata – riesce a gestire senza difficoltà una manciata di concetti per poi trovare delle barriere o limiti.
E nel momento in cui i concetti si scontrano con questi limiti si vengono a generare delle sensazioni di disagio palpabili, che causano affaticamento o addirittura rabbia.
Questo accade perché la corteccia prefrontale è strettamente collegata al primitivo centro delle emozioni del cervello, l’amigdala, il quale controlla le nostre lotte o successi.
Christopher Koch
Il nostro cervello non è predisposto per il cambiamento.
Instaurare nuove abitudini nel trading significa cambiare.
Per abbandonare la propria zona di confort bisogna essere consapevoli di voler andare più in là, vincendo le tue stesse resistenze e idee limitanti.
Anche quando non ti accorgi, le tue azioni sono il risultato dei tuoi schemi mentali, che hai acquisito nel tempo e che ti hanno permesso di “sopravvivere”.
Questo per i traders è particolarmente importante perché si tratta di affrontare delle paure primarie, ma di questo parleremo in un’altro post.
Il tuo cervello, o meglio la sua parte più primitiva ed antica, ha questo come compito primario, farti sopravvivere, e quindi non è disposto a lasciare una strada conosciuta e sicura per prenderne una che potrebbe essere pericolosa.
Questo è chiaramente un limite enorme, e se non lo superiamo non possiamo cambiare.
Non tutte le abitudini sono negative, anzi possiamo dividerle in potenzianti e limitanti, e cercare di ampliare le prime e diminuire le seconde.
Come si formano le abitudini nel trading
1. Con la ripetizione costante nel tempo.
2. Iniziano come azioni consce, prima di diventare abitudini, e pian piano diventano sempre più automatiche e meno consce.
3. C’è qualcosa di positivo che ci porta a ripeterle nel tempo, ad esempio il conforto che ci dà una barretta di cioccolato (o una Goleador nel mio caso) che allontana lo stress.
Abbiamo quindi qualcosa di positivo che ci accade quando indulgiamo in un azione di per sé non positiva per noi, e questo ci porta a ripeterla fino a trasformarla in abitudine.
Lo stesso loop all’opposto esiste per moltissime cose positive, ad es. fare esercizio o mangiare in modo sano: se sei fuori forma, quando fai esercizio fisico senti cose poco piacevoli, e preferisci non farlo.
Quindi se i feedback che riceviamo non sono piacevoli è più difficile continuare fino al momento in cui quello che stiamo cercando di cambiare diventerà un’abitudine automatica.
Per fortuna, possiamo fare il percorso al contrario per crearci abitudini nuove:
1. Crea un risultato positivo per le abitudini nel trading che vuoi creare: puoi partire prendendo ad es. un impegno pubblico e premiarti in qualche modo quando stai portando avanti la nuova abitudine
2. Crea un risultato negativo se non la metti in atto: anche qui l’accountability è molto utile, fatti aiutare dai tuoi amici così ogni volta che non la metterai in atto avrai delle conseguenze negative
3. Riduci l’impatto negativo nel farlo. trova qualcosa di positivo nella nuova abitudine che vuoi instaurare, e inizia pian piano
4. Riduci l’impatto positivo nel non farlo. Se non la metti in pratica, non permetterti cose piacevoli, crea delle conseguenze negative.
Quanto tempo ci vuole per formare le nuove abitudini nel trading?
Questo è un argomento su cui ci sono opinioni discordanti, per esperienza posso dire che molto dipende dal tipo di abitudine e da quanto tempo è nel nostro modo di vivere.
Un tempo secondo me, e secondo molti studi, corretto per stabilire una nuova abitudine è di almeno 30 giorni, e non i classici 21.
Perché una nuova abitudine diventi parte di noi e della nostra identità, ci vuole un tempo più lungo e diverso per ognuno di noi, che dipende anche dalle resistenze che stiamo combattendo.
Ma in questi primi 30 giorni avrai piantato le basi seriamente per portare avanti il tuo intento.
Ecco alcuni consigli che Leo Babauta dà su questo argomento:
1. Inizia da una sola abitudine, piccola
2. Fai un piano: analizza i tuoi comportamenti, scegli un trigger, pianifica come superare gli ostacoli e creati una rete di supporto, decidi quali sono le tue motivazioni per farlo
3. Quando scatta il trigger metti subito in atto la nuova abitudine per almeno 4-6 settimane. Più sei costante, e più diventerà forte
4. Creati dei risultati positivi: puoi fare una gara, metterla in atto con un partner, in ogni caso trova un modo per premiarti, la cosa migliore è fare in modo che ti piaccia fare la nuova abitudine, altrimenti puoi sempre fare qualcosa che ti piace subito dopo.
Il suo Bestseller è appena stato tradotto in italiano, lo trovi con in aggiunta delle schede di programmazione davvero bellissime, ne ho parlato qui!
Quali abitudini nel trading sono mortali?
Si accede al trading da moltissimi diversi percorsi di vita, spesso con l’illusione di costruirsi una fortuna, magari partendo con pochi mezzi e anche in poco tempo.
Non esistono barriere all’ingresso della Borsa, per cui possono partecipare tutti, da chi ci si avvicina con oculatezza e disciplina al gambler che vede semplicemente un’altro gioco d’azzardo.
Nel mezzo, decine di persone scarsamente addestrate vengono polverizzate, insieme ai loro capitali, spesso bruciando i loro conti con abitudini nel trading che si rivelano mortali e distruttive.
Purtroppo, la maggior parte di chi si avvicina al trading prende la strada distruttiva perché diventare trader professionisti richiede centinaia di ore di preparazione e di osservazione, mentre la mentalità generale vede i mercati come un casinò.
In realtà, essere profittevoli richiede di studiare le proprie strategie per mesi o anni, continuando a perfezionarle.
E continuare ad analizzare le proprie abitudini nel trading, andandole a cambiare ogni volta che ci sono d’ostacolo.
Ma quali sono le 10 abitudini nel trading peggiori e più distruttive per i capitali (materiali e psicologici)?
1 Overtrading:
ogni setup ha bisogno di avere riscontro nella serie di regole che ci portano a decidere che è valido, e che possiamo prendere questo rischio.
Invece molto spesso, l’adrenalina che si prova quando si è esposti a mercato diventa la motivazione principale, portando ad aprire posizioni solo per la fretta di vincere o perdere.
Questa abitudine è particolarmente dannosa se si arriva da una serie di vincite casuali, cioè che non dipendono dalla strategia e da come l’abbiamo seguita, e ci fanno sentire invulnerabili.
2 Seguire i consigli altrui:
I trade migliori soddisfano le caratteristiche necessarie prima di entrare a mercato.
Questo processo richiede uno sforzo notevole, e porta i trader meno esperti a lasciar perdere il lavoro necessario e seguire i consigli di chi viene ritenuto più esperto, che sia un gestore di una banca, un trader su twitter o su un gruppo FB.
La cosa più rischiosa è che non capendo il setup con cui si entra né la strategia che ci sta dietro (non è la nostra), non si Sa cosa fare quando le cose vanno male.
3 Leva troppo alta:
al giorno d’oggi la leva offerta dai broker, sia sui cfd che anche sui Futures (anche se minore in termini di margine) è alta, ed è necessario imparare il più in fretta possibile che non va usata ma bisogna utilizzare la leva finanziaria.
Se utilizziamo il margine possibile avremo un’esposizione al rischio di perdita del nostro capitale altissimo, molto oltre il capitale stesso.
4 Martingala:
i traders imparano presto che possono abbassare il loro prezzo medio di carico aggiungendo ulteriori posizioni a quella già in perdita, ad un prezzo “migliore”.
Sembra una buona idea, in realtà si sta aumentando il rischio a cui ci si espone, in un trade che sta già dando segno di essere dalla parte sbagliata, e ci si può ritrovare per settimane o mesi a stare dalla parte sbagliata del mercato, con un’esposizione a questo punto troppo alta, ( ne abbiamo parlato con Marco Bo’), e un capitale che si va erodendo.
Altro discorso se questo mediare è previsto dalla strategia, e il rischio totale era calcolato prima, con criteri che non abbiamo superato.
5 Seguire il Sentiment:
i traders possono scegliere di imparare attraverso un processo di formazione oppure seguire la reazione emotiva.
In questo caso, la paura di perdere il possibile movimento prende il controllo assoluto, attirando il trader in posizione nel momento peggiore possibile, quando tutti gli altri hanno già chiuso e portato a casa il profitto.
6 La necessità di avere ragione:
Se la tua vita reale non sta andando al meglio, non fare trading, perché i problemi nella vita personale porteranno sangue e lacrime nel vostro conto di trading.
Questo è vero soprattutto quando si hanno problemi in ambito decisionale, che sollevano un desiderio malsano di avere ragione in tutte le situazioni.
Questa forza subconscia trasforma ogni operazione in un referendum sulla propria autostima invece che limitarsi ad essere una scommessa ragionata sul salire o scendere di un prezzo.
7 Scommettere sulle Trimestrali:
durante il periodo di uscita degli utili, i titoli possono muoversi moltissimo durante la chiusura del mercato, come reazione ai risultati Trimestrali.
I trader alle prime armi puntano molto su questo tipo di movimenti, convinti di poter arrivare alla ricchezza con risultati su delle scommesse, invece che costruendola un pezzetto per volta.
Al contrario la maggio parte dei professionisti resta fuori da questi movimenti, a meno di non saper ridurre i rischi con strategie in opzioni.
8 Andare contro Trend:
da sempre sentiamo ripetere il motto “il trend è tuo amico”, perfino Gann lo diceva nel 1928, ma ancora oggi chi inizia non sente questo messaggio, e tenta di vendere su nuovi massimi o comprare su nuovi minimi, senza rendersi conto che un massimo o minimo assoluto viene definito così solo dopo.
In entrambi i casi, non riescono a capire che un trend può durare molto più del previsto e andare ben più in là degli obiettivi di prezzo che si pensava.
Andare controtrend non è un male, intendiamoci, ma anche qui ci sono delle regole da seguire, in primis non incaponirsi in un’idea ma guardare i fatti.
9 La colpa é sempre di qualcun altro:
Una pessima abitudine è quella di dare sempre a qualcun altro la colpa delle proprie perdite, invece che a se stessi.
Prima erano i Market Maker oggi gli HFT e la speculazione delle Banche Centrali, il risultato è sempre lo stesso: nessuno se non voi stessi viene a cliccare sul vostro mouse.
10 Non avere un piano di uscita:
se non hai un trading plan, non sai quando uscire in profitto o perdita,, e rischi di tenere una posizione fino a quando non hai un crash emozionale, nel bene o nel male.
Questo è incomprensibile per un professionista, che mai entrerebbe in un’operazione prima di avere definito sia la perdita potenziale che il possibile guadagno.
Quali di queste abitudini nel trading hai?
Qualche buon articolo di approfondimento sulle abitudini lo trovi sul blog Efficacemente:
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